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Psicoterapia e Biodanza: un progetto multidisciplinare ad Albano Laziale

Psicoterapia e Biodanza: un progetto multidisciplinare ad Albano Laziale

di Gianni De Lucia e Viviana Morelli

Un incontro sinergico per il benessere della persona

Viviana Morelli, psicoterapeuta, e Gianni De Lucia, operatore di Biodanza, hanno avviato, nell’autunno del 2011, un progetto sperimentale di collaborazione rivolto agli utenti con disagio psico-fisico del CPA- Centro di Psicologia Applicata di Albano Laziale (Roma) (uno studio di psicologia e psicoterapia privato presente sul territorio da oltre venticinque anni) con l’obiettivo di proporre la Biodanza come rinforzo alla Psicoterapia Analitica-Esistenziale e di osservarne e seguirne gli effetti. Le evidenze di questo progetto sono state portate e illustrate al 3° Forum di Biodanza Clinica di Vicenza del 3-4-5 Marzo 2012

Questo articolo nasce intorno alle OSSERVAZIONI e alle TESTIMONIANZE del gruppo sperimentale dei nove partecipanti-pazienti, che hanno alternato alle sedute di psicoterapia la pratica della Biodanza riuscendo, secondo il parere degli autori, ad integrare ed armonizzare “elementi opposti” della persona attraverso il rafforzamento di potenziali individuali inespressi e di una energia corale in sinergia sul progetto persona.

E’ stata propedeutica all’avvio del progetto la conoscenza esperienziale che la dott.sa Viviana Morelli ha “memorizzato” praticando per un anno la Biodanza ed osservando gli effetti su di sé e sugli altri allievi del corso; un investimento personale di tempo ed economico che ha fatto nascere con consapevolezza l’idea che di questa “positività” prodotta dalla Biodanza ed assorbita dal corpo potevano usufruirne anche alcuni pazienti del CPA. In questo anno di esperienza praticata attraverso il corpo ed ascoltata nelle emozioni e negli incontri, si è fatto strada anche il convincimento che i due approcci (la psicoterapia analitica esistenziale e la Biodanza) avessero punti di contatto da valorizzare in un progetto comune:

“…(Viviana Morelli) Il metodo terapeutico della mia formazione prevede un prendere “in cura” una persona che porta la sua nevrosi, come ogni altra psicoterapia, rieducando e interpretando, accompagnando la Persona ad una consapevolezza dei suoi conflitti, sciogliendo nodi di dolore e di odio dinamico, ma ricordando sempre in questo cammino che nonostante i nostri dolori noi possiamo essere “artisti di noi stessi”, abbiamo delle risorse esistenziali che sono innate e possiamo risvegliare e potenziare”.

“… (Gianni De Lucia) Molto vicino a come viene definita la Biodanza: la Biodanza è un sistema d’integrazione affettiva, di rinnovamento organico e di riapprendimento delle funzioni originali della vita", dove il riapprendimento delle funzioni originali della vita secondo la Biodanza si attua attraverso l’esposizione ad eco fattori positivi sui cinque grandi insiemi di potenziali (Vitalità, Sessualità, Creatività, Affettività, e Trascendenza) che in un contesto ecologico riattivano funzioni originali della vita: capacità di amore, gioia, coraggio di vivere. La Biodanza è un lavoro sulla parte sana della persona con l’obiettivo non di affrontare le difficoltà bensì di potenziare le risorse e le capacità possedute”.

Questa peculiarità della Biodanza è stata “ intercettata” dalla psicoterapeuta e canalizzata verso la collaborazione multidisciplinare.

A Ottobre 2011 la Biodanza entra al CPA di Albano Laziale, dove viene costituito un gruppo specifico (gruppo chiuso) con partecipanti scelti con caratteristiche comuni che, in psicoterapia da diverso tempo, si trovavano in una fase di “empasse” per una mancata spinta all’azione e alla fiducia nonché resistenti a sentire il corpo ed il suo linguaggio, il gesto- movimento, come parte integrante dell’incontro con Sé e con l’Altro.

“…. (Viviana Morelli) In totale nove Persone su cui ho potuto osservare modificazioni emotive, relazionali e corporee, attraverso l’incontro con la Biodanza. Finalmente oltre a sostenere verbalmente un loro (dei pazienti) potere esistenziale di superamento, di affettività, di trascendenza, di sintesi degli opposti, avevo uno strumento concreto che aggirando la loro razionalità e resistenza psichica ci permetteva una esperienza concreta…".

Il progetto

SEDUTA DI PSICOTERAPIA   <–––––>   GRUPPO DI BIODANZA

L’idea è stata quindi quella non di “inviare” il proprio paziente che si trovava in una fase di “empasse” verso un altro professionista ma di creare un nuovo “setting” dove invitare il paziente a esplorare e potenziare la parte sana per espandere e vivere nuove possibilità; le ricadute della Biodanza poi inevitabilmente sarebbero state riportate nelle sedute di psicoterapia a beneficio del percorso di benessere ed autonomia auspicata. Elemento fondamentale per potenziare il successo della sperimentazione la stretta interazione e scambio professionale, nonché la co-presenza in alcuni incontri specifici, tra l’operatore di biodanza e la psicoterapeuta.

Sulla base sia di elementi comuni sia di alcune specificità tra i nove partecipanti-pazienti (difficoltà di relazione con altri, scarsa empatia col proprio corpo, blocco sessuale, difficoltà nell’intimità affettiva e verbale, tono dell’umore basso) sono stati promossi incontri settimanali, quindicinali e alcuni seminari di approfondimento.

“ … (Gianni De Lucia) Dal punto di vista dell’applicazione metodologica della Biodanza un trimestre dedicato alla integrazione ritmico-motoria, affettiva-motoria, sensitivo-motoria, per favorire il gruppo verso una esperienza sensibile tra i due poli di coscienza di sé (identità – regressione affettiva) e a seguire una serie di appuntamenti specifici per l’approfondimento e la radicalizzazione della esperienza”.

Da ottobre 2011 a dicembre 2011:
• 1 gruppo specifico con frequenza quindicinale c/o CPA Albano (Roma)
• 1 gruppo aperto per adulti con frequenza settimanale a Grottaferrata (Roma)

Da Gennaio 2012 a marzo 2012:
• 3 seminari di approfondimento per radicalizzare l’esperienza (aperti ad adulti) a Grottaferrata e Ciampino (Roma)

Le voci dei partecipanti

Ecco quindi i nostri protagonisti, in cosa è migliorato il loro “stallo terapeutico” e qual è stato il loro feedback.

Fabrizio 26 anni:
“Le resistenze di Fabrizio  grazie alla Biodanza sono state aggirate, si è percepito, vissuto, ha contattato se stesso e gli altri riscoprendo l’intimità! E’ iniziata una nuova fase della psicoterapia, di relazione gruppo e confronto, l’obiettivo è riconoscersi la capacità di lavorare di guidare un’auto, di vivere senza la protezione della famiglia, la psicoterapia individuale secondo il mio piano, verrà ridotta, rallentata finchè lascerà il posto solo a esperienze di gruppo… “

…(Fabrizio) Questa mia prima esperienza di biodanza è stata soprattutto un’esperienza nuova: sono partito con un po’ di scetticismo, ma anche con un po’ di curiosità e devo dire che, con sorpresa, lo scetticismo è quasi da subiti sparito e la curiosità è sempre aumentata in ogni incontro che abbiamo svolto….

Anna 22 anni:
“La psicoterapia continua più fluida e produttiva. Le sue fasi rabbiose e oppositive sono più brevi di durata e più distanti tra loro. La biodanza ha permesso di integrare contatto, calore, affetto e contenimento del “gruppo madre” …”

… (Anna) La biodanza è un allenamento alla vita... Un appuntamento settimanale cui non posso mancare, poichè ogni incontro è in grado di darmi tanta energia positiva: è come se grazie agli sguardi, agli abbracci, alle carezze, venissi svuotata dell’energia negativa dentro di me e fossi riempita da un fiume di forza e pienezza.

Mauro 43 anni:
“Vuole lavorare sulla sua rigidità e sul recupero della “leggerezza” e dall’esperienza di biodanza ha preso tanto, si è anche iscritto ad un corso di ballo standard, il suo progetto è di riaccendere una vita sociale spenta, recuperare se stesso nelle passioni, hobby e relazioni. Allontanando un po’ la tendenza all’iper responsabilità….”

…(Mauro) Così come stimolante fu (ed è tuttora) il rilascio “omeopatico” del benessere che provai nei giorni seguenti, non solo e non tanto nel rapporto con me stesso che riscoprivo la corporalità dopo il torpore di un periodo di chiusura, ma anche nel rapportarmi agli altri….

Nerina 42anni:
“Il gruppo di Biodanza ed uno dei seminari hanno prodotto intanto maggiore lucidità in lei, scrive tantissimo, esterna raccontandosi in un diario, scrive lettere a tutti i suoi familiari. Alle lacrime che uscivano durante la partecipazione agli incontri, ha sempre dato una buona interpretazione. Stiamo procedendo in meglio…”.

…(Nerina) La Biodanza mi ha aiutato a percepire l’energia vitale, ha potenziato il bisogno di “affermarmi”. Ho iniziato a scrivere di me in terapia, magari realizzerò il mio sogno nel cassetto di “scrivere un libro”. ….

Sissi 38 anni:
“I vissuti dell’esperienza di biodanza hanno rinforzato il suo progetto di rinascita, di apertura amorosa, e di fiducia…..”

…(Sissi) quello che ricordo della biodanza era una assoluta percezione e contatto col mio io, con la mia anima ma soprattutto con il mio corpo e con il mondo esterno, libertà, volo, leggerezza. Fiducia verso me stessa e armonia interiore, tanta voglia di vivere in profondità. Emozioni colorate, nuove sensazioni e tanta "pancia"...

Monica 39 anni:
“La biodanza l’ha sciolta molto, nella postura, nel rapporto con gli altri in genere, lei si sente più viva. La biodanza scioglie le sue difese, dovrebbe però praticarla spesso, ma lei fugge ora dai seminari, sembra aver paura di questa trasformazione….”

…(Monica) Ho avuto un effetto diverso a seconda degli esercizi fatti. Un effetto di benessere e rilassamento da tutti quegli esercizi che prevedono un movimento ritmato o meno, sia da sola sia in condivisione con un compagno; esercizi di percezione dello spazio intorno a noi e del nostro corpo…. Un effetto di vuoto o freddo interno da quegli esercizi in cui c’era un contatto più “intimo” con un compagno sia esso uomo che donna …..

Dana 20 anni:
“Per Dana i risultati sono notevoli, più coinvolta con i suoi compagni universitari, più aperta all’incontro. Ha cambiato atteggiamento verso le esperienze nuove, rompendo gli schemi ha riconosciuto le sue capacità. A gennaio è entrata nel gruppo di psicoterapia, dandosi di più in apertura ed intimità, sta molto meglio con se stessa. Si apre uno spiraglio di maggiore vivacità, magari anche sessuale….”

…(Dana) La Biodanza mi ha fatto stringere amicizia con il mio corpo, a me fino ad allora estraneo. Sono diventata consapevole del fatto che ogni minima parte di me, ogni mia singola cellula, è viva…

Gina 45 anni:
“In Gina ho osservato una maggiore serenità nei rapporti sociali, desiderio verso l’incontro, una maggiore capacità di entusiasmarsi e impegno continuativo nel crearsi spazi sociali. La sua sintomatologia, ritorna lieve in momenti di conflitto e di stress …seguirà un gruppo di biodanza settimanale per poter contare sulla regolarità degli incontri…”

…(Gina) Assaporare ogni momento ogni persona… Un’esperienza unica dove al centro ci sei tu e gli altri, dove gli altri ti sostengono e non ti giudicano. Dove c’è l’amore che puoi donare all’altro attraverso il sentire le proprie emozioni e liberarle… un’esperienza che mi sta cambiando in meglio e dove giorno per giorno mi ha dato un’energia positiva e un modo nuovo di pormi davanti al mondo…

Vera 24anni:
“Per Vera la biodanza come lei stessa ha scritto è stata un lievito che ha fatto lievitare la torta. Oggi studia alla grande e si sta laureando, ha un ragazzo, abbiamo chiuso il rapporto terapeutico…”

…(Vera) Non posso spiegare cosa significhi fare Biodanza, cosa si provi nell’essere guidati dal facilitatore e dall'energia del gruppo, però posso dire come ci si sente subito dopo: abbandonati alla propria corporeità, la "testa" non è più un filtro alle emozioni, ma accompagna il corpo in una danza interiore, che risveglia energia e premura verso sé stessi, pronti a contagiare e a lasciarsi contagiare dall’Altro, dall’imprevisto, dall’inesplorato…

Conclusioni

(Viviana Morelli) La spinta energetica, “in chiave esistenziale”, che l’esperienza in Biodanza ha dato a queste nove Persone è stata riscontrata nel corso della loro psicoterapia. Tutti loro hanno goduto del risveglio corporeo, modificando corazze e difese, emozioni più brillanti condite di vitalità e creatività hanno preso il posto di momenti di “stallo”. Certamente con delle differenze che prevedranno diversi interventi.
Il progetto è stato certamente “rivitalizzante” anche per la psicoterapeuta, che arricchita e nutrita da uno “strumento nuovo” intraprende una “strada nuova” per sostenere la propria professionalità.

(Gianni De Lucia) Ho osservato in tutti i partecipanti motivazione e consapevolezza a vivere questa esperienza come una preziosa occasione per rendere protagonista il proprio “corpo”, dando spazio a una capacità di “ascolto” di sé espressa nel movimento-danza con una crescente spontaneità visto l’arco di tempo relativamente breve dell’esperienza. Ho sperimentato che la Biodanza in un contesto di multidisciplinarità offre al facilitatore interessanti spunti di riflessione e sicuramente occasioni di arricchimento professionale.

Vista questa “bellezza” nell’incontro tra professionisti in Biodanza e in Psicoterapia, stiamo lavorando per una continuità!
(Gianni de Lucia, Viviana Morelli)


Gianni de Lucia, Operatore titolare didatta di Biodanza e diplomato Gestalt Counselor (iscritto al registo REICO). Ha proposto biodanza e condotto gruppi a Roma e provincia in ambito sociale, di comunità anche religiose e di integrazione multiculturali nonché seminari di approfondimento. Collabora in contesti di multidisciplinarità con altri professionisti in progetti indirizzati al benessere della Persona dove la biodanza e di rinforzo ad altre metodologie di lavoro.



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