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Rolando Toro: «Contro le guerre, occorre cambiare la condizione affettiva del genere umano»

Rolando Toro: «Contro le guerre, occorre cambiare la condizione affettiva del genere umano»

«Nel secolo XX successero grandi guerre mondiali, che inclusero l’olocausto e la distruzione di città indifese mediante la bomba atomica, uccidendo tutti gli abitanti. Inoltre il mondo conobbe più di ottanta guerre locali, con milioni di morti. La sofferenza, il dolore e la disperazione di fronte alle guerre sono state le caratteristiche del nostro tempo.

Tutte queste azioni sono state giustificate nel “relativismo etico”, che giustifica l’infamia e il genocidio con “ragioni intelligenti”. Vediamo tutti i giorni che il sangue e la sofferenza di altri non ha nessun valore quando ci sono di mezzo le ideologie.

Ebbene, il cambio non può essere ideologico o deontologico, ciò che bisogna cambiare è la condizione affettiva del genere umano; questo significa ne più ne meno che “cambiare il fatalismo storico”.

Gli intenti attuali per trovare la pace sono stati insufficienti: né i congressi per la pace, né gli interventi internazionali sembrano conciliare i popoli in conflitto, né gli accordi di disarmo hanno ottenuto di eliminare la violenza dal nostro pianeta.

Penso che il contatto affettivo é l’azione politica più poderosa; la sacralità della vita solo si raggiungerà con la cospirazione dell’amore. La più alta caratteristica dell’evoluzione umana è l’empatia e il rispetto per la vita, possiamo riapprendere l’amore attraverso l’Educazione Biocentrica».

Rolando Toro Araneda

(estratto da Bollettino IBF Biodanza n.2 -  2007 - Traduzione a cura della Segreteria Associazione Biodanza Italia)



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