Continua la nostra campagna finalizzata a raccontare le esperienze virtuose in ambito sociale ed educativo proposte dai nostri Soci e dalle nostre Socie.
Le tante iniziative proposte in questi ambiti sono esperienze meravigliose da valorizzare. Invitiamo caldamente chi ha esperienze da raccontarci di scriverci a
Dopo l'interessante articolo della nostra socia Ilaria Gabbriellini, pubblichiamo con piacere lo scritto di Simona Pelliciari che racconta una bella iniziativa di Biodanza da lei proposta in una scuola media in provincia di Modena:
Sei persone con disabilità del centro socio-riabilitativo in provincia di Modena e gli studenti della scuola secondaria di primo grado dell’istituto comprensivo statale F. Ruimi di Sassuolo sono i protagonisti del progetto di integrazione sociale con la Biodanza che vi stiamo per raccontare.
Ogni martedi mattina la palestra della scuola media diventa uno spazio di integrazione sociale dove allenare il senso di appartenenza, l’ascolto sensibile, il confronto, l’espressione delle emozioni, il saper essere, l’essere comunità.
L’ingrediente “segreto” per tutto questo è la Biodanza.
La Biodanza permette di recuperare le qualità umane che sono forse rimaste congelate in questa cultura “social” così giudicante in cui l’apparenza e il culto per l’immagine inaridiscono la comunicazione delle emozioni.
Ritrovarsi insieme, in cerchio, presi per mano, guardarsi per trovare un ritmo comune, camminare sincronizzati nella musica, esprimersi attraverso il corpo con gesti di apertura e fiducia, sono alcune delle pratiche motorie proposte dalla Biodanza e che il centro diurno porta nelle classi della prima e seconda media.
Queste pratiche costituiscono un’opportunità di apprendimento emotivo, rispetto e valorizzazione dell’unicità e della singolarità della persona, al di là di ogni limite fisico.
I giochi ritmici, la flessibilità, la coordinazione, l’impeto vitale, l’equilibrio, il controllo intenzionale dei movimenti, l’autoregolazione, sono gli strumenti offerti dal sistema Biodanza che consentono alle persone di specchiarsi l’una nell’altra e così percepirsi in una comunità accogliente, integrata.
La diversità diventa un valore portatore di originalità e di iniziativa personale, di scoperta di talenti e di qualità prima insospettabili.
Gli esercizi motori della Biodanza attivano l’empatia, il riconoscerci nella reciprocità; la musica e il ritmo sostengono queste sensazioni perché connettono umanamente, in modo trasversale e al di là dei limiti fisici, le differenze culturali e anagrafiche. Ogni partecipante si sente, così, parte integrante di questa comunità.
Gli obiettivi di integrazione e di appartenenza, l’espressione dei propri talenti, l’attivazione della creatività e delle possibilità espressive sono intenti che si attuano in ogni Incontro di Biodanza.
L’incontro dei due gruppi amplifica la portata del valore umano e del potenziale educativo di ogni sessione di Biodanza oltre ogni aspettativa perché i giovani studenti imparano a relazionarsi con la diversità attraverso un linguaggio non verbale, con una comunicazione affettivo-motoria che abbraccia le fragilità, i limiti e le potenzialità in un modo molto naturale.
Dopo due anni di esperienza di questo progetto di integrazione sociale-educativo ci sentiamo portatori di nuove possibilità e di divulgazione di un’esperienza che abbraccia le complessità sociali e relazionali che oggi coinvolgono tutta la comunità, i servizi alla persona, la scuola, le istituzioni del territorio e le singole persone che intrecciano e integrano il loro operato professionale. E con fiducia guardiamo oltre, verso nuovi obiettivi coinvolgenti per il futuro.
È stato possibile realizzare il progetto grazie alle persone che hanno intuito, coordinato e aderito all’iniziativa:
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