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Un leccio per ricordare Rolando Toro a Scandicci

Un leccio per ricordare Rolando Toro a Scandicci
Ripubblichiamo questo bell'articolo (dal sito di Scuolatoro Milano) dedicato alla cerimonia di intitolazione di un albero a Rolando Toro nel viale dell'Umanità e dei diritti Umani. 
Il viale è dedicato dalla città di Scandicci anche ad altre personalità del secolo scorso che brillano per aver speso la propria vita nella promozione e nella difesa dei valori e dei diritti umani. Accompagnano Rolando Toro in questa prima, significativa schiera: Nelson Mandela, premio Nobel per la Pace nel 1993; Martin Luther King, premio Nobel per la pace nel '64; Tsunesaburo Makiguchi, educatore e filosofo; Florence Nightingale, fondatrice dell'assistenza infermieristica; Wangari Muta Maathai, premio Nobel per la pace nel 2004; Albert Schweitzer, premio Nobel per la pace nel 1952; Madre Teresa di Calcutta, premio Nobel per la pace nel 1979. L'intervista che segue, realizzata da Giovanna Lombardi, ha il pregio di raccontarci questo evento che ci rende così felici e fieri, con le parole di Viviana Toro, figlia di Rolando. In futuro il viale verrà arricchito periodicamente da nuovi alberi e nuovi modelli di umanità.
 
Sabato 16 marzo 2019 si è tenuta nel Parco del Vingone a Scandicci (Firenze) la cerimonia d’intitolazione di dodici alberi dedicati a grandi personalità che si sono battute per la pace e per i diritti civili. Con l’albero dedicato a Gandhi e quello dedicato a Martin Luther King, si trova il leccio dedicato all’ideatore della Biodanza, Rolando Toro Araneda.
Abbiamo intervistato la figlia che era presente alla cerimonia.
 
"A chi è venuta l’idea di questo progetto e quale obiettivo ha?"
        "Il progetto è stato pensato e proposto da un Comitato di cittadini che volevano valorizzare personaggi che si fossero distinti per la pace, la giustizia, il bene e il progresso dell’umanità. Tra questi cittadini c’erano il consigliere Yuri Barbetta e Rita Milazzo, che hanno conosciuto Rolando Toro e fanno Biodanza da un po’ di anni, quindi hanno voluto inserire anche mio padre nel progetto. Ci sono alberi dedicati a Nelson Mandela, a Martin Luther King, a Rita Levi Montalcini, Rosa Parks e altri ancora.
Come ha osservato il sindaco di Scandicci, Sandro Fallani, si tratta di personaggi che hanno vissuto periodi molto difficili della loro vita con esperienze di prigionia o di dittatura – mio padre ad esempio ha vissuto quella di Pinochet – ma hanno trovato il coraggio di reagire e di trovare soluzioni importanti ai problemi della loro epoca non solo per se stessi e per la propria famiglia, ma anche per tutti gli altri.
Per adesso il luogo è stato chiamato Viale dell’Umanità e dei Diritti Umani, ma, poiché attraversa un parco, la speranza è che in un secondo momento prenderà il nome di Parco dell’Umanità e dei Diritti Umani".
 
"Descrivici il parco".
        "Prima di descrivervi il parco, voglio raccontarvi una cosa sul percorso che ho fatto per arrivarci… Ho preso il tram da Santa Maria Novella e ho scoperto che a Firenze e dintorni l’arte e la cultura, in tutte le loro forme, sono valorizzate in ogni angolo della città: la fermata alla quale sono scesa si chiamava De André, poi sono passata per via Giotto e alla fine ho girato in via Masaccio, dove cominciava il parco dedicato a questo progetto.
Riguardo agli alberi, architetti e botanici li hanno scelti in modo che fossero legati alle caratteristiche dei personaggi o alla loro provenienza. Nelson Mandela, ad esempio, ha la quercia rossa che ricorda la potenza della sua personalità, mentre il filosofo buddista giapponese, Tsunesaburo Makiguchi, ha una pianta orientale, il ginko biloba".
 
"Dove si trova l’albero dedicato a Rolando Toro e che caratteristiche ha?"
          "L’albero di Rolando è un leccio perché, mi hanno spiegato, ha la caratteristica di essere solido e sempreverde. Si trova nel vialetto che porta a un supermercato. Trovo che questa posizione sia bellissima perché ogni giorno quando la gente va a fare la spesa passa sicuramente davanti a quest’albero e può leggere la frase che vi è stata apposta o in qualche modo di pensare a lui".
 
"Qual è la frase sull’albero di Rolando Toro e chi l’ha scelta?"
           "Delle frasi se ne sono occupati i bambini della scuola elementare “XXV Aprile” che hanno fatto dei laboratori di approfondimento prima di questo evento. Per mio padre non sarei stata capace di scegliere frase più adatta a un tale contesto di quella che hanno scelto i bambini":
“Non basta liberare l’uomo dalla sua miseria economica. È necessario liberarlo anche dalla sua miseria affettiva, dalla sua povertà creativa e dalla sua incapacità di godere del piacere di vivere”.
 
"Perché si tratta proprio di dodici alberi?"
         "Mi hanno spiegato che questo è solo il primo capitolo di un progetto che in futuro si svilupperà in tutta la città di Scandicci. Il numero dodici rappresenta il ciclo annuale che nel suo ripetersi diventa l’eterno ciclo della vita e ogni tassello futuro che verrà aggiunto alla memoria della città, con altre personalità che rappresentino la grandezza umana, si ripeterà in multipli di dodici".
 
"Quali emozioni hai provato durante questo evento?
         "Ero profondamente emozionata, perché non ero solo una rappresentante della Biodanza; a differenza degli altri che avevano ruoli istituzionali, come ad esempio la rappresentante dell’ambasciata del Sudafrica per Nelson Mandela, io ero anche la figlia del personaggio in questione! Da figlia ho sempre visto che Rolando Toro era un’esponente della grandezza umana e probabilmente lo vede così anche chi fa Biodanza, ma quando questo valore viene riconosciuto dall’esterno è ancora più gratificante ed emozionante. Inoltre, rispetto a onorificenze e premi che mio padre ha ricevuto in vita, assume un valore speciale un suo ricordo calato in un luogo materiale come un parco e nel quotidiano di chi passa davanti al suo albero".

 



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